Chiesa della Santissima Annunziata

Indirizzo Piazza Doglio, 1, 14048 Montaldo Scarampi AT, Italia

In breve

Chiesa parrocchiale

Fu incendiata dagli Spagnoli nel 1636.


La chiesa di Montaldo, com'è espressamente indicato nel diploma del 26 gennaio 1041 con cui re Enrico III confermava al vescovo di Asti tutte le precedenti donazioni, è ancora chiamata pieve di Mons Altus, ma poi, sia come pieve che come parrocchia seguì tutte le traversie in cui incorse il nostro castello.

Fu questo nel 1142 e nel 1183 del comune di Asti, nel 1184 del Monferrato, nel 1190 degli Incisa, nel 1339 degli Scarampi, nel 1348 di Alessandria, nel 1381 di Gian Galeazzo Visconti, nel 1575 dei Savoia, ma la nostra chiesa appartenne sempre e solo al vescovo astese.

Il 24 agosto 1636 la nostra chiesa venne occupata, spogliata e incendiata dagli Spagnoli.

Una data ben visibile, incisa sul marmo, riportata sul frontone della facciata, indicava che già nel 1640 i Montaldesi l'avevano restaurata.

Come attesta il documento alle­gato, la nostra chiesa, posta al centro del paese, era di ridotte dimensioni e constava della sola parte che, attualmente, è ancora in stile barocco.

Aveva una grande navata centrale e due più piccole ai lati e, in fondo, un modesto altare. Così rimase per due secoli e mezzo.

Venne la Rivoluzione Francese, seguirono le imprese militari napoleoniche con le tante spo­gliazioni, ritornò la restaurazione e la nostra chiesa, sempre più trascurata, era ridotta in con­dizioni tali che il canonico don Binelli, parroco di Montaldo, sentì il dovere di nominare una commissione straordinaria il cui scopo era di riportare la nostra chiesa parrocchiale alla sua piena efficienza. 

Divenuta insufficiente, per l'accresciuta popolazione di montaldesi, venne ampliata col prolungamento della parte ove ora vi sono l'altare e il coro. Fu anche costruita la scala che dall'abside porta alla piazza G. Battista Garelli e con questa un nuovo campanile (1864). Dinanzi alla porta d'ingresso fece costruire nel 1868 una bussola (lire 600) e sopra col­locò l'attuale nostro organo (lire 3418,45).

Nel 1868, quando il canonico don Binelli lasciò la nostra parrocchia, questa possedeva un beneficio di 1650 are in piena efficienza, con una casa colonica (a cascina dla gesa) di quattro camere, stalla a portici in ottimo stato. Successe al canonico don Binelli don Chiappone (1869-1933) che trascurò completamente il beneficio par­rocchiale e lo ridusse pressoché allo stato gerbido.

Quando, nel 1893, inoltrò al comune una richiesta finanziaria per ristrutturare sia la canonica che la chiesa, il Consiglio Comunale la respinse all'unanimità dei voti, adducendo la mancanza di fondi da parte del comune ed anche la motivazione che il beneficio parrocchiale di 1650 are, ben governato, poteva dare proventi sufficienti per soddisfare tutte le esigenze della nostra parrocchia.

A don Chiappane successe don Migliasso, ottimo sacerdote e buon amministratore, il quale, nonostante fosse stato ven­duto gran parte del beneficio, poté ristrutturare la canonica e, nel 1942, tinteggiare la chiesa ed ornarla di belle immagini di santi. Nel 1956 venne fatto costruire dal Comune (sindaco Agnisetta) l'attuale campanile in cemento (progettista geometra Boggero).

Il parroco don Luigi Prato nel 1969 diede una nuova facciata alla chiesa, inserendovi il mosaico dell' Annunciazione.

Nel 1970, in occasione dell'entrata del nuovo parroco don Agostino Ferrero, venne ristruttura­ta la canonica. Quando entrò, nel 1981, don Francesco Chiesa vennero rinnovati i castelli delle campane, riparato il vecchio campanone incrinato, acquistate due nuove campane, in modo da ottenere l'intera scala musicale, sostituito l'orologio del campanile, impiantato in sacrestia un nuovo orologio programmatore per automatizzare l'intero complesso campanario (costo lire 10.000.000).

Nel 1988 venne completamente rifatto il tetto della chiesa (costo lire 40.200.000), ma da un successivo esame risultò che diversi lavori erano da rifare. Venne pure rinnovato l'impianto elettrico e contemporaneamente sostituito il vecchio impianto d'illuminazione della chiesa. Dopo anni di abbandono e non poca incuria, la nostra chiesa era veramente in uno stato deplo­revole.

La bella tinteggiatura e le varie figure fatte eseguire da don Migliasso nel 1942 si erano offuscate per l'umidità, l'intonaco era cadente, il pavimento, per le infiltrazioni d'acqua pro­venienti dalla piazza G. B. Binello, si era avvallato, gli stucchi, persa la doratura, non erano più un abbellimento. Occorreva un deciso grande restauro.

Intervenne prontamente nel 1996 don Giovanni Conti.


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